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L’Invecchiamento

L'importanza dell'asse "BRAIN-GUT-MICROBIOTA"
La conoscenza e lo studio dei meccanismi molecolari preposti al processo fisiopatologico dell’invecchiamento e delle molte patologie dismetaboliche ad esso correlate (obesità, diabete, ipertensione, dislipidemie, tumori, Alzheimer, Parkinson, depressione e/o stress ecc.) hanno sempre affascinato ed attratto gli interessi sia dei ricercatori sia della popolazione in generale se non altro per un’inconscia, ma comprensibile aspirazione ad aumentare sempre di più le nostre aspettative di vita e, dato ancor più importante, la qualità della vita stessa col progredire degli anni.

Di recente l’attenzione di moltissimi ricercatori è stata attratta dall’importante ruolo del microbiota intestinale (insieme dei microrganismi che fisiologicamente vivono nel nostro intestino) e degli agenti patogeni microbici nel concorrere alla suscettibilità alla malattia e all’invecchiamento.

Anche la componente genetica del microbiota (microbioma), che questo complesso di coinquilini aggiunge al nostro corpo, influirebbe in maniera determinante sullo stato di salute, o viceversa sullo stato di infiammazione e dimalattia, anche al di fuori del tratto gastrointestinale; il microbioma, infatti, sembra provvedere a importanti funzioni biologiche e metaboliche. Le caratteristiche individuali del microbiota si instaurano molto precocemente durante la vita. Infatti, entro i 3 anni di vita, in funzione dell’alimentazione attuata, dei farmaci assunt (antibiotici in particolar modo) e di altri fattori che possono modulare il microbiota, esso si stabilizza (e risulta essere simile a quello dell’adulto) determinando una specie di imprinting metabolico che può essere responsabile, ad esempio, di una maggiore suscettibilità all’obesità, alla resistenza periferica all’insulina e a danni del sistema nervoso centrale. La variabilità individuale di questi microrganismi è notevole anche tra i soggetti sani e nel corso di tutta la vita può essere influenzata da tantissimi fattori quali l’età, la alimentazione, lo stile di vita, la presenza di patologie, i farmaci assunti (ad es. antibiotici) ecc. L’omeostasi e la buona salute del microbiota sono indispensabili al controllo della permeabilità intestinale responsabile sia dell’assorbimento di acqua, minerali, nutrienti, sia della difesa nei confronti di patogeni (microrganismi, tossine, antigeni potenziali).

Infatti, un aumento della permeabilità intestinale (PI), tipica dell’invecchiamento, è associato a:
- un’alimentazione non adeguata (qualità dei cibi, diete iperglicemizzanti e/o iperlipidiche, insufficiente apporto di aminoacidi essenziali e/o di vitamine e/o diminerali, eccesso dibevande alcoliche );
- un esercizio fisico eccessivo o la sedentarietà;
- fumo, stati depressivi e/o di stress, eccessiva esposizione ai raggi UV o a inquinanti, uso prolungato e/o eccessivo di antibiotici, antidolorifici ecc.

L'aumento della PI, oltre ad alterare l’assorbimento di acqua e nutrienti, permetterebbe ad agenti patogeni, antigeni e a tossine esogene che arrivano nel lume intestinale, di superare la barriera intestinale permettendo la propagazione dell’infiammazione silente e dello stress ossidativo dalla mucosa intestinale a livello sistemico.

In particolare, il cambiamento quali-quantitativo della composizione del microbiota, con la conseguente deviata funzionalità, determinerebbe un aumento della produzione e/o assorbimento dei liposaccaridi (LPS) microbici (componenti della parete batterica). Il conseguente aumento dei LPS plasmatici che ne deriva (endotossinemia metabolica) contribuirebbe a innescare l’infiammazione silente a livello intestinale che si verrebbe poi a propagare a livello sistemico con la possibilità di insorgenza di stati dismetabolici quali l’obesità, l’insulino-resistenza, malattie autoimmunitarie ecc.

L’aumento della PI, quindi, precederebbe l’esordio dell’infiammazione silente e della malattia.

Un aumento della permeabilità intestinale, tipica dell’invecchiamento, correla anche le principali patologie dismetaboliche (obesità, sindrome metabolica, tumori, Alzheimer, Parkinson ecc.), con disturbi digestivi e/o di assorbimento dei principali nutrienti e con intolleranze e/o allergie alimentari.

Recenti ricerche hanno messo in evidenza l’importanza del microbiota nelle interazioni tra l’intestino e il sistema nervoso. Il microbiota interagirebbe con il sistema nervoso centrale (SNC) in modo bidi- rezionale con segnali diretti dal microbiota al SNC e dal SNC al microbiota: questi segnali sarebbero neuronali, endocrini, immunitari, umorali. Si viene, così, a creare un asse brain-gut-microbiota in grado di legare i centri cognitivi ed emozionali del cervello con l’intestino.Nella pratica clinica, infatti, ci sono evidenze di associazione tra disbiosi e disordini del SNC (quali ad esempio autismo, ansia, depressione) e disordini funzionali gastrointestinali. Il microbiota influenzerebbe anche la fisiologia del SNC. regolando il rilascio di neurotrasmettitori, di fattori neurotrofici tramite la produzione di numerosi metaboliti biologicamente attivi non del tutto conosciuti.

Ad esempio, un microbiota efficiente è in grado di fermentare le fibre alimentari producendo gli acidi grassi a catena corta (AGCC: acetato, propionato e butirrato). Gli AGCC, tramite l’attivazione di recettori intestinali, promuoverebbero la sintesi di endocannabinoidi-antagonisti (E-ant: oleoiletanolamina, palmitoiletanolamina, stearoiletanolamina ecc.) a livello intestinale che tramite il circolo sanguigno verrebbero trasportati in altri tessuti tra cui il cervello.

Tali molecole sarebbero in grado di modulare sia la permeabilità intestinale sia la permeabilità della barriera emato-encefalica, bloccando il passaggio delle endotossine batteriche (probabilmente inducendo la produzione diproteine sigillanti quali la occludina e la zonulina). In tal modo verrebbe contrastata la propagazione dell’infiammazione silente a livello cerebrale, una delle più probabili concause dell’Alzheimer, del Parkinson e di molte altre patologie degenerative del sistema nervoso centrale!

Un’adeguata alimentazione ed un corretto stile di vita sono, quindi, fondamentali nel modulare la funzionalità della flora batterica intestinale con effetto protettivo nei confronti dell’infiammazione silente, dei disordini metabolici e delle patologie cronico-degenerative ad essa correlati e, quindi, dell’invecchiamento patologico.

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