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Sintomi del reflusso gastroesofageo, cause e cibi da evitare

Sintomi reflusso gastroesofageo

In Italia le persone che soffrono di reflusso gastroesofageo sono circa 14 milioni e la maggiore incidenza si ha nella fascia di età compresa tra i 65-75 anni, ma può presentarsi anche nei giovani. Quando si parla di reflusso gastroesofageo, si intende quella condizione in cui i succhi gastrici entrano in contatto con la parete dell’esofago e provocano una sintomatologia dolorosa. È opportuno sottolineare, che il passaggio del contenuto gastrico dallo stomaco all’esofago è una situazione che si verifica ogni giorno, ma solo quando è accompagnata da bruciore o altri sintomi viene considerata come malattia (GERD). Vediamo quali sono i sintomi del reflusso gastroesofageo, le cause e gli alimenti da evitare.

Quali sono le cause del reflusso gastroesofageo?

Il reflusso gastroesofageo si presenta soprattutto dopo aver mangiato perché con la digestione i succhi gastrici risalgono verso l’esofago, di conseguenza, una componente fondamentale per attenuare i sintomi consiste nel ridurre il consumo di alcuni alimenti.
Si tratta di una condizione clinica multifattoriale che può insorgere in presenza di diverse cause:

  • alimentari, la principale causa del reflusso è legata ad abitudini alimentari scorrette, ad esempio l’assunzione di alimenti troppo grassi o fritti o l’uso eccessivo di alcool;
  • fisiologiche;
  • anatomiche, ad esempio, chi presenta una chiusura incompleta dello sfintere esofageo o soffre di ernia iatale;
  • farmacologiche, date dall’assunzione prolungata di alcuni farmaci come antistaminici, antidolorifici o gli antinfiammatori non steroidei (FANS) che contribuiscono alla comparsa dei sintomi da reflusso;
  • ormonali.

Tra le altre cause che possono determinare la GERD, troviamo quelle funzionali: eccessiva secrezione gastrica o ristagno di cibo nello stomaco per diverso tempo, senza contare che lo stress può contribuire all’acuirsi dei sintomi.
Le persone obese (o in sovrappeso) e le donne in gravidanza, hanno maggiori probabilità di sviluppare la malattia da reflusso gastroesofageo perché presentano un’eccessiva pressione gastrica o “intra-addominale”. Anche chi è solito riposare dopo aver mangiato un pasto abbondante, può nel tempo sviluppare la GERD.

Quali sono i sintomi del reflusso gastroesofageo?

Come abbiamo sottolineato in precedenza, il reflusso gastroesofageo è una condizione fisiologica normale, che non causa nessun sintomo. Quando invece si parla di malattia (GERD) vi è la presenza di una sintomatologia tipica o atipica che dura nel tempo. I sintomi più comuni sono il bruciore di stomaco o il rigurgito gastrico, che si manifestano nell’arco della giornata e solitamente dopo aver mangiato.
La cattiva digestione, il singhiozzo o il dolore toracico sono sempre considerati sintomi comuni, ma non tutti i pazienti affetti da tale malattia ne soffrono. Alcuni soggetti possono manifestare i cosiddetti “sintomi atipici”: disfonia, tosse secca, raucedine, asma e sensazione di nodo alla gola, sempre riconducibili al reflusso.
Il bruciore allo stomaco e i rigurgiti se si presentano solo in alcune occasioni non devono essere un campanello d’allarme, invece è importante consultare lo specialista nel caso in cui siano continuativi e si manifestano dopo ogni pasto.

Cause del reflusso: quali sono gli alimenti da evitare?

Il reflusso si manifesta soprattutto se si hanno delle abitudini alimentari scorrette, quindi per prevenire l’insorgenza o ridurre i sintomi è opportuno evitare alcuni cibi, come: pomodori, alcool, agrumi, caffè, cioccolata e menta. Se si consumano questi alimenti, si potrà notare immediatamente un aumento del bruciore o dei rigurgiti.
Le bibite gassate, i superalcolici o gli insaccati non sono completamente da eliminare dalla dieta, ma un consumo eccessivo potrebbe influire sul bruciore di stomaco. Alcuni studi hanno evidenziato come i cibi troppo piccanti o speziati possano influire negativamente sul benessere dell’apparato gastrointestinale.
Chi soffre di reflusso dovrebbe seguire una dieta bilanciata, dove si privilegia l’assunzione di frutta (mele, mirtilli, banane) e verdura, ma anche di legumi e cereali. Il metodo di cottura può sicuramente influire sul reflusso, quindi è meglio evitare di consumare cibi fritti e privilegiare la cottura in forno o a vapore.

Consigli e buone abitudini da seguire per contrastare il reflusso gastroesofageo

Oltre ad evitare di assumere alcuni cibi, si consiglia sempre di aspettare almeno 4-5 ore prima di andare a dormire, così da consentire una corretta digestione. Per evitare che il contenuto gastrico risalga nell’esofago si consiglia di masticare lentamente e di preferire pasti leggeri.
Vi sono altri consigli che gli specialisti suggeriscono per contrastare i sintomi del reflusso gastroesofageo:

  • evitare gli allenamenti intensi quando si è a stomaco pieno
  • ridurre gli sforzi intensi dopo aver pranzato
  • eliminare il fumo di sigaretta
  • sollevare la testa durante il riposo e cercare di dormire supini.

Per limitare i sintomi del reflusso gastroesofageo provocato dallo stress, si può provare lo yoga o la meditazione, che favoriscono sia il rilassamento mentale che fisico.

Ridurre i sintomi del reflusso gastroesofageo con i rimedi naturali

Per ridurre i sintomi del reflusso gastroesofageo, si possono usare anche altri rimedi, come gli integratori alimentari a base di aloe vera, acido ialuronico e zenzero, in grado di ridurre con efficacia l’infiammazione dell’esofago.
Per ridurre il bruciore di stomaco o l’acidità si possono bere tisane ai semi di finocchio o anice, con l’aggiunta di zenzero. Per contrastare il reflusso, un altro trattamento naturale consiste nel bere il gel estratto dalle foglie di aloe vera che favorisce la digestione e si contraddistingue per le forti proprietà lenitive.

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